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Ripensare alla sanità che vogliamo consegnare alle future generazioni

Tratto da GSA Il Giornale dei Servizi Ambientali 1/2021

Abbiamo chiesto al presidente di Gimbe, il dott. Nino Cartabellotta, il suo punto di vista sulla sostenibilità del SSN e sulle priorità di utilizzo del Recovery Fund. Ecco cosa ci ha risposto.

Dott. Cartabellotta il Servizio Sanitario Nazionale si è presentato alla pandemia molto indebolito, a causa dei tagli nell’ultimo decennio, la cui entità non è sempre chiara.

La crisi di sostenibilità del SSN coincide con un prolungato periodo di grave crisi economica durante il quale la curva del finanziamento pubblico si è progressivamente appiattita, in conseguenza di scelte politiche che hanno determinato una rilevante contrazione della spesa sanitaria. Tra il 2010 e il 2019 sono stati sottratti alla sanità pubblica quasi 37 miliardi di euro, di cui 24,7 nel periodo 2010-2015, in conseguenza di tagli previsti da varie manovre finanziarie approvate al di fuori degli accordi Governo-Regioni; 12,1 miliardi di euro si sono volatilizzati invece nel periodo 2015-2019 in conseguenza di politiche di “definanziamento” che, questa volta con il pieno benestare delle Regioni, hanno assegnato meno risorse al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) rispetto ai livelli programmati. A fronte di queste manovre, nel decennio 2010-2019 il finanziamento pubblico al SSN è aumentato di soli 8,8 miliardi di euro (figura 1), crescendo in media dello 0,9% annuo, un tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua (1,07%).

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